sabato 25 giugno 2011

VOLARE.....

E SUL VOLO SI POTREBBE SCRIVERE MIRIADE DI POST..DALLE PRIME IDEE E DAI PRIMI ESPERIMENTI SU MACCHINE ALATE,  CHE PORTARONO ALL' EVOLUZIONE DELL' ORNITOTTERO E DEI PROGETTI LEONARDESCHI IN VEIVOLI SUPERSONICI, AL VOLO MITOLOGICO DI ICARO  DIVENUTO ORAMAI UNA REALTA' ABITUDINALE..OGNI GIORNO CIRCA 7 MILIONI DI PASSEGGERI SOLCANO I CIELI DELL' INTERO PIANETA CON AEREI PER IL TRASPORTO CIVILE...MA VOLARE NON è SOLO TAUTOLOGIA DI AVIAZIONE  MA ANCHE IMMAGINAZIONE E CREATIVITA', SCHIZZI SU TELA E SCRITTI SU CARTA DI CUI IL VOLO E' PROTAGONISTA O SFONDO..POICHE' COME CANTA IL GRANDE JIM MORRISON:


"...Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare..."





ASINI VOLANTI..

A chi non è capitato di sentire esclamare "c'è un asino che vola!!" o altri riferimenti a ciuchi volanti, questo modo di dire è assai comune nella lingua italiana ed è possibile tracciarne un' origine storica: 
Empoli infatti, nel santo giorno del Corpus Domini, era usanza anticamente, calare un asino, munito di ali artificiali, lungo una corda tesa dal campanile della collegiata fino in piazza Farinata degli Uberti, e questo inconsueto spettacolo era appunTo nominato: Il volo dell' asino.

COSA VUOL DIRE VOLARE ??

Il VOLO puo' assumere significati diversi: Peter Pan, di J.M. Barrie è il simbolo del bambino che vuole fermare il tempo, che vuole rimanere eternamente fanciullo. Per Peter Pan VOLARE è l'espressione del desiderio che oltrepassa ogni limite, la possibilità di essere libero e senza alcun laccio o dovere.


Per il Gabbiano J. Livigstone VOLARE non è un semplice e goffo mezzo per procurarsi il cibo e per spostarsi come per gli altri gabbiani; il volo è perfezione, in tutte le sue sfumature, non è una capacità innata, ma un' abilità che va coltivata e compresa, fino a "spolpare" la il significato stesso di volare, ed estrarne il vero "dolce succo"...:


« Non importa se sono penne ed ossa, mamma. A me importa soltanto imparare che cosa si può fare su per aria, e cosa no. Ecco tutto. A me preme soltanto di sapere. »

giovedì 23 giugno 2011

ANIMALI VOLANTI.... E NON SOLO

Chagall ,famoso pittore modernista ebreo, nella maggior parte dei sui quadri rappresenta, volanti nel cielo,  capre, galli, cicogne, vacche ed altri animali da fattoria. Gli animali dell'adolescenza a Vitebsk accompagnano il pittore per tutta la vita: parla con loro, sono i suoi compagni di gioco. Il nonno, macellaio di mestiere, uccide le bestie tramite un rito sacrificale, come lo si vuole dalla religione ebriaca.
Scriverà ..."le due le tre del mattino. Il cielo è blu. Sorge il giorno. Laggiu' poco oltre si sgozza il bestiame. Le vacche muggivano e io le facevo VOLARE in cielo. Vegliavo così per notti intere...."
Chagall cerca di far rivivere in un cielo imbrobabile gli animali ( in "Il villaggio russo della luna" "Resistenza" "Le luci del matrimonio")dipingendo a loro, spesso, grandi ali ("Natura morta alla finestra") nel estremo di farli VOLARE con l' immaginazione per dare loro la libertà, rubata.
Uno per tutti , "La guerra",  mentre i carri armati si avvicinano e la città è divorata da un enorme incendio , un asino viola tenta di spiccare il VOLO trainandosi dietro una pesante slitta con una donna e il suo bambino a carico; ancora una volta il VOLO è l'unica speranza di vita.


mercoledì 22 giugno 2011

NON SERVONO LE ALI PER SAPERE VOLARE

Anche un gatto può, contro ogni legge della natura, insegnare a volare ad una gabbianella.
E' l'epilogo di una bellissima, storia scritta da Luis Sepulveda ,tra un uccello rimasto orfano e un giovane gatto, Zorba, quest' ultimo testimone, suo malgrado, della triste morte di una gabbiana, madre del piccolo pennutto,  le promette di insegnare a VOLARE alla nascitura gabbianella.


“Promettimi che non mangerai l’uovo”  stridette aprendo gli occhi (la gabbiana). “Prometto che non mi mangerò l’uovo”  ripetè Zorba.  “Promettimi che ne avrai cura finchè non sarà nato il piccolo”  stridette sollevando il capo.  “Prometto che avrò cura dell’uovo finchè non sarà nato il piccolo”.“E promettimi che gli insegneraia volare” stridette guardando fisso negli occhi il gatto .  Allora Zorba si rese conto che quella sfortunata gabbiana non solo delirava, ma era completamente pazza.“Prometto che gli insegnerò a volare. E ora riposa,io vado in cerca di aiuto” miagolò Zorba balzando direttamente sul tetto.




Dopo tanti tentativi Zorba ricorrera'  all'aiuto dell'uomo  e, insieme, insegneranno alla piccola gabbianella a spiccare il VOLO.



lunedì 20 giugno 2011

NADAR, UN FOTOGRAFO TRA LE NUVOLE


" poichè il caso volle che fossi io il primo fotografo a esser stato sollevato da un pallone, a me toccò un primato che,
in condizioni analoghe,
sarebbe potuto appartenere a chiunque altro."



così scrive  IL fotografo francese e aeronauta Tournachon Gaspard-Félix, meglio noto come "Nadar", L'iniziatore della fotografia aerea, al di sopra di un aerostato..è il 1856, le barriere celesti non sono più ostacoli invalicabili per occhio umano..





MONETA COMMEMORATIVA



Moneta da 200 lire commemorativa dell'Aeronautica Militare (1923-1993).

L'ARCHAEOPTERYX, IL PRIMO UCCELLO





L' Archaeopteryx (il quale nome significa "ala antica"), è considerato il più antico uccello di cui ci sia giunta notizia attraverso i resti fossili, visse infatti nel tardo giurassico, circa 150 milioni di anni fa..della dimensione di un corvo come i moderni uccelli questo possedeva ossa cave ed un folto piumaggio, ma il suo cranio rassomigliava nella forma a quello dei piccoli dinosauri ed il suo becco era provvisto di un'affilata dentatura..I primi resti del pennuto furono trovati nel 1861 nei pressi  di Langenaltheim, in Germania.
Fu da subito catalogato come l'anello di congiunzione tra la realtà, per lo più terreste, dei dinosauri e quella degli attuali uccelli..in realtà tutt' ora non si ha la certezza se questo potesse o meno volare... era però certamente un buon arrampicatore ed un buon corridore, si nutriva per lo più  di insetti, pesci e vermi...mezzo rettile e mezzo uccello dietro questa antica creatura si celano ancora molti misteri; 
certo è che il ritrovamento del suo corpo, mummificato nella pietra, ha permesso agli scienziati di provare la veridicità teoria darwiniana sull' evoluzione degli esseri viventi, e di dipingere un quadro quasi completo sull' evoluzione degli attuali volatili..probabilmente i suoi voli erano brevi e su corte distanze, ma il contributo dell' Archaeopteryx nella storia del volo animale era e rimane di fondamentale importanza..

mercoledì 15 giugno 2011

ABECEDARIO

Aviazione
Brevetto di volo
Cabrata
Deltaplano
Elica
Fokker  Eindecker
Gravità
Hindenburg
Idrovolante
Lana Francesco
Mongolfiera
Nuvola
Onirico
Portanza
Quadrimotore
Resistenza (forza)
Sogno
Typhoon eurofighter
U.F.O.
Vertigine
Zeppelin

martedì 14 giugno 2011

DOVE VOLANO LE SCOPE

Da quando negli anni '70 i contadini hanno smesso di seminare i tradizionali filari di saggina che servivano per fabbricare le scope di casa, la plastica ha preso il sopravvento.
Unica roccaforte delle scope "modello Befana" sembrano rimasti alcuni paesi della Val d'Ambra nell'Appennino Toscano.
Lì la tecnologia è ancora affidata alle mani di pochi artigiani di "granate".
Harry Potter volava sulla "Nimbus 2000".... che non sia mai che il segreto di quei pochi artigiani sia ancora da scoprire ?!

IL VOLO DELL' ANGELO

Il volo dell'angelo è uno degli eventi più attesi del Carnevale di Venezia.
Una ragazza si libra dal Campanile di San Marco fino al Palazzo dei Dogi; è una tradizione tornata in auge solo recentemente che riprende una consuetudine dei tempi della Serenissima.
La tradizione popolare vuole che il primo personaggio che ebbe l'onore di dare vita a questa usanza fosse turco che, durante la celebrazione del Giovedi Grasso compì  la discesa camminando su una fune tesa dal Campanile fino sul balcone del Doge per rendergli omaggio.
Molti acrobati veneziani , successivamente, si cimentarono in prove simili rischiando più volte la propria vita.
Uno fra tutti, il volo di "Santo Cà Lezzeche" del 1860, come narra Jvanovich nella "Minerva al Tavolino"  :

......."fece una maravigliosa ascesa sopra un cavallo vivo, per via di alcune corde dal Canale al luogo delle Campane, entrando con esso cavallo dentro il Campanile...." 





domenica 12 giugno 2011

SULLE ALI DELLA MEMORIA

Se il il Barone Rosso dipinse il suo Fokker Rosso sangue , il famoso Aviatore Italiano Francesco Baracca ne decorò la fusoliera  con un "cavallino rampante" nero cenere, amava gli animali, ed i cavalli erano la sua passione...
Abile ed intrepido aviatore divenne famoso per il suo coraggio e la sua condotta leale verso gli avversari, spesso soccorreva i nemici dopo averne abbattuto l' aereo..


«è all'apparecchio che io miro, non all'uomo»..diceva..


Morì giovane, accanto al suo biplano, colpito alla tempia da un ceccino austriaco, a soli 30 anni.
Sua madre, la Contessa Baracca, chiese ad Enzo Ferrari di mettere sulle sue autovetture il " cavallino rampante", simbolo del figlio compianto:


".....Le porterà fortuna....." 


disse la Contessa al giovane imprenditore italiano...ed aveva ragione...
Il cavallino VOLA tuttora!



ATTERRAGGIO DI FORTUNA

Volo, non solo quello reale,ma quello dell'immaginazione dove " quale fosse la direzione del vento c'è sempre una morbida pista da atterrare"
.....un giovane furetto innamorato del cielo decise di imparare a volare; dopo molti fallimenti ed innumerevoli cadute questo imparò a "farsi cullare dal vento" e, poco alla volta, imparò anche ad atterrare .
Felice, l' impavido furetto insegnava tutto ciò che egli  aveva imparato a chi, come lui, amava il cielo e l' idea di VOLARE.
Un giorno, un aquila, lo vide, intento ad insegnare ad un altro furetto l' arte del volo, l' enorme rapace, superbo, lo sbeffeggiò :" ..non riuscirai mai a volare così in alto e velocemente come me!..."
Le parole dell'aquila avvilirono profondamente i furetti ,che, amareggiati, chinarono il capo.. ma subito capirono che la reale essenza del volo non stava  nell 'altitudine che si poteva raggiungere scuotendo le ali, nè nell' attitudine a farlo...ma nella loro fantasia e nelle loro passioni.. non era necessario possedere ali o piume..loro stavano condividendo un sogno che li faceva veleggiare in posti ove un' aquila non avrebbe mai potuto raggiungerli..


                       liberamente tratto da Atterraggio di fortuna di  Richard Bach






sabato 11 giugno 2011

IL BARONE ROSSO

1914, la Grande Guerra divampa in Europa, e per la prima volta anche nei suoi cieli, le nuvole si popolano di ruggenti "macchine volanti"; in principio utilizzate solo per ricognizione, poi come armi.
La maggior parte senza alcuna preparazione o con poche decine di ore di volo, i piloti dell' Aviazione, a bordo delle loro "scatole volanti" sfrecciavano nei cieli europei con l' arduo compito di liberarli dalle minacce nemiche.
gli aviatori migliori venivano chiamati "Assi", dal francese, e, tra loro, il più noto era certamente il tedesco Manfred Von Richthofen detto anche : il Barone Rosso. IL barone Richthofen  arrivato all' Aviazione tedesca in giovane età, cominciò da subito l'addestramento come osservatore e, in poco tempo, divenne un ottimo pilota; raggiunse una tale notorietà che a chiunque gli chiedesse come vi era riuscito egli rispondeva con altezzosità: 


"volare vicino al nemico, prendere bene la mira, sparare e guardare l'avversario precipitare".


il 23 novembre 1916  MAnfred dimostrò la sua cabarbietà in guerra e ottenne la sua prima onoreficenza abbattendo ben 8 aereoveivoli britannici .
Orgoglioso dei suoi successi volle, forse per protagonismo o forse per inconsapevolezza, che il suo biplano fosse riconoscibile da tutti sul campo di battaglia: fece dipingere  il suo Fokker Eindecker di rosso sangue; un colore che lo avrebbe facilmente distintinguibile, ma altrettanto visibile al nemico.


Era nato il Barone Rosso.


La sua celebrità era oramai divenuta mondiale ( di lui avevano fatto una figurina!) , tracciata tra le onorificenze e le vittime a lui attribuite. Era divenuto un mito e,  la sua morte, avrebbe avuto un doppio risvolto negativo: da una parte un ottimo risultato per gli Alleati, che avrebbe alzato lo spirito della truppe,  provato dall' andamento della guerra, dall' altro un tremendo colpo basso per l' Aviazione Tedesca.
Gli fu quindi vietato di VOLARE dai suoi stessi superiori.
il 21 aprile 1919 il suo corpo senza vita giaceva accanto alla carcassa del suo rosso biplano ,abbattuto da un Sopwith Camel britannicoManfred Von Richthofen era morto, colpito forse alla testa da un colpo di Vickers .303, o forse nel violento impatto, ma il Barone Rosso era ormai diventato leggenda.. 





giovedì 9 giugno 2011

LE DONNE ED IL VOLO

 
Blu  . . . il cielo non è sempre stato blu ma molte volte si è colorato di rosa......                                                      
Le donne parteciparono attivamente ai primi esperimenti di volo: nel 1910 l'attrice Dina Galli compì la sua prima esperienza. Nel 1913 la signorina Ferraro Rosina fu un' aviatrice molto ammirata anche se qualcuno commentò che avrebbe preferito vederla a casa accanto ai fornelli piuttosto  che al timone di un aereo.



"Cio che gli uomini sono riusciti a fare le donne lo devono  tentare ; e se falliscono le altre dovranno raccogliere li sfida..." (Amelia Earhart)                


Fin da piccola Amelia sognava di volare. A vent'anni ottenne il brevetto. Progettava una grande impresa: attraversare in volo l'Oceano Atlantico. Ci riuscì: contro il volere della famiglia, partì dall America col suo Fokker F7 e atterrò in Galles il giorno dopo .
Ora toccava al Pacifico e anche questo fu un successo: nel 1935 percorre il tratto di mare tra Honolulu e San Francisco.

La sfida non era finita e nel 1937 decise di iniziare il giro del mondo: non lo concluse; dopo un decollo dalla Nuova Guinea con visibilità quasi nulla precipitò con il suo aereo nel Pacifico a poche miglia dell' isola di Howland.

 "Dobbiamo essere sopra di voi ma non riusciamo a vedervi. Il carburante sta finendo..."

Urlò  più e più volte la giovane statunitense alla radio, ma la sua disperata richiesta di aiuto non le risparmiò la vita , il trimotore precipitò in mare.
Inutili le ricerche, il corpo non fu mai ritrovato. C'è chi sostiene che l'aviatrice sia sopravvissuta  e abbia trascorso la propria vecchia sotto falso nome in America, chi testimonia invece la sua prigionia in Giappone,e di aver assistito alla sua esecuzione, accusata di spionaggio dai servizi segreti nipponici.
National Geographic nel 2008 pubblicò un documentario sulla sua misteriosa sparizione :
 "Where's Amelia Earhart?"




                                                                                                                                 

mercoledì 8 giugno 2011

IL VOLO NELLA LETTERATURA

L' idea di volare e di poter varcare i confini attraverso una diversa prospettiva  assume anche un profilo più astratto nel pensiero e negli scritti dei grandi autori, italiani e non, durante tutto il XX secolo.
Nel testo dannunziano "Forse che sì forse che no" , il protagonista, pioniere dell' areonautica, Paolo Tarsis , sfrecciando a bordo della "rapidità che striscia" nella campagna mantovana immagina di veleggiare leggiadro nell' aria, come gli uccelli che lo sorvolano:

" E dal balenare delle rondini, sul fiso sguardo degli stagni, gli si compose l' immagine del suo volo.
E immaginò  di condurre non la rapidità che striscia ma quella che solleva; immaginò di ritrovarsi nella lunga fusoliera che formava il corpo del suo congegno dedàleo tra i due vasti trapezii costrutti di frassino di acciaio e di tela, dietro il ventaglio tremendo dei cilindri irti d' alette, di là dai quali girava una forza indicibile come l' aria: l' elica delle curvature divine".


Molti altri scritti del "Principe di Montenevoso" fanno riferimento al volo, sia leggendario sia contemporaneo; egli sarà inoltre concreto protagonista a  del volo su Vienna a bordo di un biposto della squadriglia " Serenissima".




Anche Pascoli, nella letteratura primonovecentesca prestò attenzione al moltiplicarsi delle esperienze aviatorie umane, la nuova " moda " infatti non lo colse impreparato: egli  dedicò un' ode allo sfortunato Jorge Chavez, ambizioso peruviano il quale, dopo aver sorvolato il valico del Sempionemorì a seguito di un rovinoso incidente nella fase di atterraggio con il suo monoplano monomotore Bléirot XI (progettato dall' omonimo ingegnere francese) . La struttura alare cedette a pochi metri di quota ed il giovane peruviano rimase schiacciato sotto la struttura dell' aereoveivolo dopo l'impatto frontale col terrreno; 4 giorni dopo il pernicioso incidente morì in ospedale.
Anche per pascoli questo non è l' unico scritto riguardante il volo, tutt' altro, molti altri seguiranno a questo, alcune poesie quale ad esempio L'Aquilone, ed alcuni scritti di narrativa che che direttamente o indirettamente ne fanno riferimento.



CHAVEZrandagi, in mezzo alle selva

L' ATTRAVERSATA DELLA MANICA

la prima impresa volante è datata 25 luglio 1909, l' ingegnere francese Louis Blériot attraversa la Manica in 32 minuti ad un' altezza media di 100 metri di quota a bordo di un monoplano di fabbricazione francese ma spinto da un motore di motocicletta italiano, un Anzani 3 cilindri da 25 cavalli sotto gli occhi sbigottiti degli inglese e dei francesi.

PRINCIPIO DELLA PORTANZA

Una riproduzione virtuale della portanza e del contributo essenziale di questa forza nel il volo alato.





BERNOULLI E LA PORTANZA

Il volo attraverso l' utilizzo di ali meccanizzate è fisicamente spiegabile attraverso il principio di Bernoulli il quale mira a definire la distribuzione di pressione intorno ad un corpo che attraversa un fluido. Prendiamo ad esempio concreto un ragazzo, all'interno di un automobile in moto, che sporge la sua mano al di fuori dal finestrino, questa, se messa in posizione parallela all' aria che la investe resterà pressochè nella stessa posizione iniziale.
Se a questo punto il ragazzo inclina un poco la mano, senza forzarne la posizione con polso, si accorgerà che questa, sottoposta ad una forza "invisibile" assumerà un assetto "impennato" che si modificherà solo al variare della velocità dell' automobile.
Oltre alla resistenza all' aria ed alla forza peso, la mano e sottoposta alla portanza la quale è generata dalla disomogenea distribuzione di pressione intorno alla mano che attraversa il fluido, in questo caso l' aria. Secondo il principio di Bernoulli,  infatti, tale forza  è dovuta ad un regime di sottopressioni sul dorso della mano di sovrapressioni sotto il suo palmo.



LA STORIA DEI FRATELLI WRIGHT



Giovedì 17 dicembre 1903 è una data storica che segna l' "anno zero" nello sviluppo della tecnologia  e areonautica e lo sviluppo dell' aviazione...infatti dopo una moltitudine di fallimenti l'uomo è testimone e protagonista di un volo controllato, con un mezzo provvisto di ali. ( L'introduzione dell' acciaio come materiale da costruzione fu significativo per l'evoluzione ed il progresso areonautico )
Finalmente l' umanità vede realizzarsi il frutto della follia del genio Leonardesco..
commentò così  l' impresa Orville Wright : "Il volo è stato tutto un susseguirsi di su e giù, in parte provocati dal vento e in parte dalla mancanza di esperienza nel governo dell'aereo che saliva improvvisamente e poi altrettanto rapidamente scendeva. Sia io sia mio fratello abbiamo affrontato l'impresa vestiti come sempre, con un colletto inamidato e la cravatta."








LEONARDO NELL' ATTUALITA'

In una campagna pubblicitaria la Tim  riprende lo storico aneddoto riguardo Leonardo da Vinci ed il suo fedele allievo Zoroastro:




L' ingegnere  vinciano stette giorni interi "con schiena ricurva" al di sopra dei suoi progetti di macchine volanti, e forse, quella provata da Zoroastro, fu l' unica ch' egli realizzò materialmente per l' utilizzo umano, era talmente convinto della funzionalità della sua macchina volante che egli stesso profetizzò:
"Piglierà il primo volo il grande uccello sopra del dosso del suo magno Cecero, empiendo l'universo di stupore, empiendo di sua fama tutte le scritture, e gloria eterna al nido dove nacque."




martedì 31 maggio 2011

L' HINDEMBURG

Gli incidenti non tardarono ad arrivare, Il 6 maggio 1937 alle 19:25LZ 129 Hindenburg, un enorme dirigibile (il più grande oggetto volante mai costruito!) di produzione tedesca, in onore dell' allora presidente, prese fuoco nel tentativo di attraccare ad un pilone di ormeggio, le vittime furono 36, circa un terzo dei passeggeri. Le cause dell' incidente rimangono ancora ignote, c'è chi parla di sabotaggio e chi di errori nella progettazione e nell' utilizzo di componenti infiammabili che non si opposero al divampare dell' incendio, l'incidente segno la fine del trasporto umano su aeronavi. Cosi un videogiornale dell' epoca documenta il triste disastro..





lunedì 30 maggio 2011

IL PALLONE AD IDROGENO

Passa poco tempo dall' invenzione della mongolfiera, e  l' idea delle bolle di sapone non sembra più così   fantasiosa: il 19 dicembre 1783 il chimico-fisico Jacques Alexandre Cesar Charles insieme ad il suo fidato assistente, salì a 600 metri di altezza percorrendo più di  40 chilometri con un pallone aerostatico in seta, rivestito interamente di gomma (per renderlo impermeabile all'aria ed all' acqua). Apparentemente simile al progetto dei fratelli Montgolfier L'innovazione del "pallone Charlière" stava nel "motore"  che alimentava quest' ultimo: non era infatti un gigantesco fornello a carbone a fare innalzare l' aerostato, ma bensì un enorme volume di idrogeno che, Charles, osservò essere un gas più leggero dell' aria
.Le ora ascensioni si moltiplicarono e purtroppo si verificarono anche le prime vittime, ma nessun sacrificio risultava vano: l'uomo aveva cominciato a VOLARE!


I FRATELLI MONTGOLFIER

Joseph Michel e Jacques Etienne Montgolfier, fratelli e  figli di un ricco fabbricante di carta si trovavano nelle industrie del padre quando, casualmente, notarono che la  corrente d' aria generata dalla fiamma di una candela poteva sollevare leggeri e minuti fogli di carta,
 (i due fratelli credevano inizialmete che il fenomeno fosse attribuibile a qualche misterioso gas presente nel fumo), pensarono quindi che se una piccola fiamma poteva muovere piccoli pezzetti di carta, una fiamma di dimensioni assai maggiori di quella generata da una candela, avrebbe potuto sollevare in aria pesi considerevoli e,  forse, addirittura l'uomo! Fu Joseph a convincere il fratello a partecipare alla realizzazione di un maestoso aerostato alimentato ad aria calda, scrivendogli le seguenti parole: "Presto, procurati una buona dose di taffettà e di corde, e ti mostrerò uno dei più sbalorditivi fenomeni al mondo!".
 Da quel momento e successivamente i due fratelli lavorarono e cooperarono per la realizzazione del grandioso progetto. Il padre, convinto della geniale intuizione dei figli acconsentì  a prestare loro spazio e materiale per la realizzazione dei loro disegni, a patto che nessuno dei due volasse
Stava piovendo in quel lontano giorno primaverile nel 1783, quando, alcuni cittadini francesi rimasero stupefatti nell' osservare un imponente globo galleggiare nel cielo e venire verso di loro, alcuni, tra meraviglia e spavento, credettero si trattasse della Luna che stava inspiegabilmente precipitando sul territorio parigino, altri, invece, si credettero folli.
 Nessuna pazzia o bizzarra visione, quello era il primo esperimento riuscito dei fratelli Montgolfier, un aerostato di 34 metri di diametro e di 225 kg di peso, realizzato per lo più in stoffa e carta; questo volò per circa 15 minuti alzandosi fino all' altezza di 2000 metri, prima di sparire tra le nubi.
 Nel settembre dello stesso anno, su richiesta del re francese Luigi XVI fu realizzato un secondo pallone aerostatico alto circa 20 metri magnificamente decorato con colori sgargianti e ricami che riprendevano i segni zodiacali, al di sotto del quale era attaccato, con delle funi, un "cesto" dove, all' interno erano stati caricati animali domestici (si temeva infatti l' insorgere di problematiche  psico-fisiche nel volo umano ad alta quota ).Fu così che un' oca, una pecora ed un gallo ebbero l'onore di volare per primi davanti al re e di fronte ad un' enorme folla sbigottita di persone.





VERSO LA MONGOLFIERA

Era il 1782 quando Tiberio Cavallo , fisico napoletano, membro della "Royal Society" britannica descrisse,durante un convegno di quest'ultima, le sue esperienze riguardo sulla forza ascensionale delle bolle di sapone gonfiate con idrogeno.Gettò quindi salde fondamenta per la costruzione della prima mongolfiera, che avvenne solo un anno dopo con i fratelli Montgolfier.


mercoledì 25 maggio 2011

FRANCESCO LANA, PADRE DELL'AEREOSTATICA

NAVE AEREA
Francesco lana, matematico gesuita bresciano vissuto nel XVII secolo, soggiornò in gran parte delle più importanti città italiane per un' intensa attività di studi e ricerca. I suoi interessi spaziavano dalla retorica all' algebra , alla chimica.
 Nell' anno 1670 Padre Lana pubblicò parte delle sue ricerche e progetti rivoluzionari nel "Prodromo ovvero saggio di alcune invenzioni nuove promesso all'Arte Maestra",L'innovazione stava nell'idea che si potesse creare un mezzo per  trasporto umano in grado di galleggiare nell' atmosfera come un tappo di sughero galleggia sull' acqua, sfruttando  la sola "spinta di Archimede",un principio  fisico valido per i fluidi e per alcuni materiali plasmatici.
Il suo progetto consisteva nella costruzione di uno scafo navale con al centro un albero maestro con tanto di vela, attorniato da 4 o più sfere cave in rame nelle quali fosse ricavato il vuoto estraendo l' aria con una pompa. probabilmente egli non costruì effettivamente la sua "nave" a causa dei pericoli insiti in un'eventuale ascensione ma, il suo suo progetto e le sue teorie ebbero vaste ripercussioni nel mondo scientifico,nei secoli successivi ,tanto che, dopo furono comprovati la maggior parte dei principi fisici a fondamento dei sui schizzi, il Padre gesuita venne considerato il precursore  tecnico dei principi dell'aerostatica.Fu da modello ed ispirazione a molti scienziati a lui succeduti ed inoltre ispirò anche alcune opere letterarie.Sulla sua casa natale, a Brescia, una lapide reca l'epigrafe:
 "Qui nacque Francesco Lana. L'aeronautica ebbe principio dal suo pensiero".



RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLA VITE AEREA





"Veramente mirabile e celeste fu Lionardo, figliolo di ser Piero da Vinci, e nella erudizione e principii delle lettere arebbe fatto profitto grande..." (Vasari)